Conoscete la storia del Monopoli italiano?
Il Monopoly è forse il gioco da tavola più famoso al mondo (distribuito in oltre 100 paesi e tradotto in oltre 37 lingue) e fu inventato, nella sua versione originale, da Elizabeth Magie, attivista e femminista, all’inizio del XX secolo – 1903 circa.
Il suo nome deriva dal concetto economico di monopolio, ovvero il dominio del mercato da parte di un singolo venditore, lo scopo era quello di far conoscere agli americani gli aspetti deleteri dei monopòli e dei trust nell’economia.
I diritti sul gioco, di discreto successo negli USA, decaddero alla fine degli anni Venti e vennero ricomprati dalla Parker Brothers, gruppo americano di giochi fondato nel 1883.
In Italia fu proposto diverse volte alla Mondadori per la commercializzazione ma la casa editrice non lo riteneva idoneo alle sue attività.
Arnaldo Mondadori decise però di proporlo ad uno suo caro amico e collaboratore, Emilio Ceretti, giornalista, traduttore e scrittore.
Nacque così l’Editrice Giochi, con sede in via Cappuccini 2, fondata con Paolo Palestrino e Walter Toscanini, figlio di Arturo Toscanini.
Così nel 1936 il Monòpoli arrivò in Italia.
L’accento sulla O non fu altro che un metodo per aggirare le leggi fasciste, già in vigore in quegli anni, che vietavano l’utilizzo di terminologie straniere.
Vi chiederete come il distretto di Brera possa centrare con il Monopoli?
Fu lo stesso Ceretti ad occuparsi della modifica dei nomi delle strade usando come base quelli di Milano.
Troviamo così: viale Gran Sasso, viale Monte Rosa, piazza Vesuvio, via Accademia, via Verdi, via Raffaello Sanzio, via Dante, corso Vittorio Emanuele, via Marco Polo, via Magellano, corso Cristoforo Colombo, Stazione Ferrovie Nord, piazza Costantino, viale Traiano, piazzale Giulio Cesare, corso Littorio, largo Augusto e via dei Giardini.
Via dei Giardini non a caso è una delle caselle più costose del gioco dopo Parco della Vittoria. È proprio qui che viveva Emilio Ceretti, ideatore dei nomi del gioco.