Villino Mylius

La storia del “fu” Villino Mylius e l’importanza della famiglia che lo costruì per la città di Milano.

Giorgio Mylius ereditò nel 1835 il vasto impero dello zio Heinrich Mylius – primo discendente di una grossa famiglia di banchieri viennesi insediatosi a Milano con l’apertura della prima sede dell’azienda famigliare, la Mylius & Aldebert, a soli 19 anni creò un vasto impero nella città.

Nel 1860 Giorgio comprò un grosso lotto di nudo terreno di forma trapezoidale in un quartiere che si andava sviluppando verso la zona dove era in costruzione la prima Stazione Centrale di Milano.
Il lotto era compreso tra tre strade che si stavano tracciando in quei mesi e che avrebbero assunto i nomi di corso Principe Umberto (oggi via Turati), via Carlo Porta e via Montebello.
L’ area che era in pieno sviluppo vide in breve tempo la crescita di splendide ville e parchi appartenenti alle famiglie dell’alta borghesia milanese.

Giorgio Mylius non fu da meno e fece costruire il Villino Mylius dall’architetto Zeugheer in stile neorinascimentale, i lavori terminarono nel 1864.
Il nome “Villino” non stava ad identificare la grandezza dell’edificio, probabilmente i proprietari, avendo diversi possedimenti di maggiori dimensioni in Lombardia, Svizzera e così via, decisero di denominarlo così.

Nello stesso anno Giorgio Mylius rilevò anche il lotto confinante a ovest e diede il via ai lavori della prima Chiesa Luterana di Milano, in stile neogotico, in rossi mattoni e progettata da Augusto Engelmann. La sagrestia della chiesa ospitò sin dalla sua costruzione la Scuola Svizzera di Milano, che si spostò poi in un nuovo edificio costruito nel parco della chiesa.

La famiglia e la sua discendenza risiedeva nel Villino Mylius e rimase una delle più ricche famiglie d’Italia sino allo scoppio della Grande Guerra.
L’impero Mylius tramontò con l’ultima discendente, Agnese, nel 1919.

Il Villino Mylius venne venduto ai Treccani intorno al 1922-23 e nel 1937 venne demolito per aprire la nuova via De Marchi, assieme alla nuova via dei Giardini.
Al suo posto oggi si trovano i condomini di via Montebello 32 e via Turati 7.
Il giardino venne parzialmente salvato.
La Scuola Svizzera venne demolita e ricostruita poco lontano, in via Appiani.

 

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