La ex Chiesa di San Carpoforo si trova in via Formentini al numero 10, venne edificata per volontà di Santa Marcellina, sorella di Sant’ambrogio, sulle rovine di un tempio pagano romano dedicato alla dea Vesta.
Questa prima destinazione d’uso è testimoniata dal ritrovamento di manufatti risalenti all’epoca romana: quattro colonne di porfido (spostate nel 1809 presso il Museo archeologico), marmi preziosi, resti di un edificio sotterraneo, un mosaico scoperto nell’ottobre del 1811 durante le operazioni di pavimentazione della piazza e un altare votivo dedicato ad una divinità portatrice di frutti (“carpofora”), poi identificata in Vesta.
La Chiesa venne consacrata a San Carpoforo sempre per volontà di Santa Marcellina, la quale visse nelle vicinanze con la famiglia fino al 404, anno della sua morte.
La prima testimonianza storicamente provata dell’esistenza della chiesa risale all’anno 813. La si ritrova già ampliata verso l’XI secolo. L’edificio subì notevoli modifiche strutturali anche durante il XVI secolo.
La chiesa, gravemente danneggiata dalla risistemazione e dall’incuria, fu poi completamente ricostruita per volere dell’arcivescovo Federico Borromeo, che vi compì una visita pastorale il 30 gennaio 1610.
Nel 1624, l’architetto Angelo Puttini progettò e curò la realizzazione di una struttura con pianta a croce latina impreziosita anche da alcuni affreschi, oggi non più presenti. La parrocchia, nonostante questi interventi, era in piena decadenza e già nel 1760 appariva amministrata da un solo sacerdote. Nell’ottica della risistemazione delle parrocchie milanesi e dei Corpi Santi fu infine soppressa il 24 dicembre 1787 e San Carpoforo divenne sussidiaria della vicina chiesa di Santa Maria del Carmine.
Con decreto vicereale del 10 settembre 1809 il Regno d’Italia decretò poi la soppressione del luogo di culto. Si stabilì che vi dovessero essere depositate le carte del Ministero della Guerra, per un totale di circa 1500 metri lineari di documentazione, mentre gli spazi rimasti liberi furono adattati ad uso d’ufficio e ad abitazione dei custodi.
Nel settembre del 1854 i documenti militari vennero trasferiti altrove e San Carpoforo accolse quelli del Regio, archivio governativo di deposito provinciale-civico. Già durante l’anno successivo, tuttavia, il rapido accrescimento dei fondi obbligò le autorità ad aumentarne la capienza mediante l’aggiunta di ulteriori scaffalature; sempre nel 1855, poi, il governo fece costruire sul lato meridionale dell’edificio una sala lunga sedici metri, larga sei e alta nove adibita ad archivio finanziario.
Il 29 settembre 1864 il comune di Milano acquistò la proprietà dell’ex chiesa e subito dispose lo spostamento in altre sedi della documentazione di competenza statale; al termine della movimentazione, nel 1872, l’amministrazione del capoluogo sistemò nel corpo dell’edificio il proprio archivio di deposito e nella sala meridionale quello storico. In questa parte del complesso ebbe sede la Società storica lombarda a partire dai primi mesi del 1874 fino al 1897, quando si spostò presso il Castello Sforzesco.
Negli anni successivi l’edificio passò sotto il controllo della Soprintendenza e dal 1993 è sotto la gestione dell’Accademia delle belle Arti di Brera e viene utilizzata a scopo didattico.