Rachele Bianchi nasce a Milano il 22 settembre del 1925. È un’alunna modello ma critica dell’educazione fascista, alla fine della guerra, terminati gli studi classici presso le Orsoline di via Lanzone, scopre una profonda passione per l’arte. Cresciuta in una famiglia di industriali, si iscrive all’Università di Pavia presso la facoltà di farmacologia, ma fatica a far comprendere la sua inclinazione arrivando anche allo scontro.
Nel 1948, abbandonati gli studi accademici, si iscrive a un corso di disegno per corrispondenza, ma Rachele Bianchi si è sempre dichiara un’autodidatta. Non frequenta l’Accademia di Belle Arti e non rivela riferimenti stilistici o interessi per specifiche ricerche o correnti a lei contemporanee. Chiusa nel suo studio, una stanza della sua casa in via Parini 9, dove abiterà tutta la vita, produce ininterrottamente per settant’anni, divisa tra le incombenze di moglie e madre, e le esigenze di artista.
Risalgono al 1949 i suoi primi disegni a colori, ma già dall’anno seguente inizia a sperimentare la cartapesta, la terracotta, il gesso. Rachele plasmerà per tutta la vita la materia, ma al centro c’è sempre lei, la donna in tutte le sue declinazioni: la donna sacra, la donna madre, la donna domestica, la donna riflessiva, la donna guerriera (dal titolo di una delle sue ultime sculture).
A partire dagli anni Sessanta ma in modo più continuativo dai primi anni Novanta le sue opere sono esposte in mostre personali o collettive, presso gallerie d’arte o presso luoghi di cultura e istituti internazionali in tutta Europa.
Artista indipendente e prolifica, personaggio solitario ed enigmatico, alla sua morte, il 22 settembre 2018 a 93 anni, Rachele Bianchi lascia un patrimonio di grande ricchezza e varietà, composto da più di 1600 opere tra sculture, bassorilievi, disegni, acquerelli, tempere, attualmente in corso di catalogazione. La quasi totalità di queste opere raffigurano donne.
Viaggiano le donne di Rachele e oggi sono conservate presso numerose collezioni private o esposte permanentemente ad Atene, Cosenza, Loreto, Malta, Roma, Sondrio fino a Milano, la sua città, dove un personaggio in bronzo monumentale (prima opera femminile di una donna in uno spazio pubblico della città) sorveglia idealmente la Stazione Centrale e dove è stata iscritta tra i cittadini benemeriti e illustri.
L’iscrizione di Rachele Bianchi, il 2 novembre 2019, tra le prime 100 grandi cittadine benemerite e illustri nel Famedio del Cimitero Monumentale ha ben testimoniato e sottolineato proprio questo legame, tra l’artista e la sua città, tra la donna e Milano.
L’archivio d’artista di Rachele Bianchi, in via Legnano 14, vuole essere un luogo di cultura dinamico, impegnato costantemente nell’aggiornamento, nell’organizzazione, nello studio e nella conservazione delle tracce della vita, delle opere e della personalità dell’artista.