
Christian Fischbacher, con il suo showroom in Via del Carmine 9, ospita in 300 metri quadrati una collezione di tessuti per tendaggi e rivestimenti capaci di rispondere a tutte le esigenze, sia private che del mondo contract. I clienti potranno lasciarsi trasportare attraverso un’esperienza immersiva, che passa dalla varietà cromatica al design ricercato e non ultimo alle nuove applicazioni dei filati innovativi e sostenibili realizzati con la trasformazione delle bottiglie di plastica usate e il riciclo degli scarti tessili. Dell’importanza della ricerca e della sperimentazione, della scelta consapevole dei partner e l’attenzione verso l’ambiente abbiamo parlato con Paolo Rigamonti, Direttore Generale dell’azienda.
Quali sono state le sfide più importanti in termini di prodotti e progetti di questa prima parte del 2022?
L’interpretazione più attuale dell’idea di bellezza di Christian Fischbacher si è concretizzata nel 2022 attraverso due collezioni, a mio avviso molto significative: la prima è Arcadia, un vero e proprio omaggio alla vita in campagna, espresso con molteplici tessuti diversi tra loro che, grazie a colori particolari, materiali innovativi e disegni ricercati, ha saputo ricreare quel calore, benessere e intimità tipici della vita campestre. La seconda è la Contemporary Persia Collection, un progetto tessile sviluppato a quattro mani tra il nostro direttore creativo Camilla Fischbacher e l’architetto Hadi Teherani, entrambi di origine iraniana e formazione europea. La collezione interpreta la ricchezza culturale e geografica dell’Iran, evocando il fascino dell’antica tradizione persiana. Presentata in occasione della scorsa Design Week ha riscosso subito un notevole interesse e molti apprezzamenti.
“Progettare il presente, scegliere il futuro” è stato il tema dell’edizione di quest’anno di Brera Design Week. Quanto è importante interpretare le necessità di oggi, una su tutte la sostenibilità, per affrontare le sfide di domani?
Credo che la capacità di guardare oltre, insieme al desiderio autentico di dare risposte concrete alle aspettative e alle esigenze del nostro pubblico di riferimento, siano, da sempre, caratteristiche proprie della nostra azienda. Questa sensibilità lungimirante ci ha stimolato nell’arco degli ultimi tredici anni a indirizzare le nostre ricerche e sperimentazioni verso strade innovative per ottenere filati sempre più rispettosi dell’ambiente. Ci siamo riusciti, dando vita a diverse collezioni di tessuti per tendaggi e rivestimenti realizzate con filati provenienti da rifiuti di plastica e scarti tessili dell’industria della moda. Tessuti esteticamente belli e dal tatto molto piacevole. Recentemente abbiamo anche creato una collezione di tappeti, dalla mano morbidissima e setosa, prodotti con filati di ultimissima generazione derivati dal riciclo dei rifiuti in plastica dei mari.
Sappiamo che l’azienda sta investendo molto sul tema della economia circolare. Quali pratiche avete messo in atto nel processo di produzione e ricerca dei materiali per migliorare la sostenibilità dell’azienda?
La salvaguardia dell’ambiente è un tema al quale siamo particolarmente sensibili, tanto quanto la costante ricerca della qualità più elevata abbinata alla bellezza. Come accennavo anche nella risposta precedente, da lungo tempo Christian Fischbacher dedica impegno, risorse ed energie per mettere a punto filati che non solo evitino lo spreco di materie e risorse naturali, ma contribuiscano a ridurre i danni sempre più gravi provocati all’ambiente dal nostro stile di vita. In questa direzione si orientano tutte le nostre collezioni della serie BENU, la prima delle quali lanciata sul mercato più di dieci anni fa. Inoltre, visto che siamo editori e dunque non produciamo direttamente, siamo molto attenti nel selezionare i nostri partner di produzione.
La Christian Fischbacher è un’azienda a conduzione familiare e che tramanda stile e personalità da generazione a generazione. In che modo negli anni sono state introdotte collaborazioni esterne con partner e designer con l’obiettivo di produrre innovazione?
Già nei primi anni ’60 Christian Fischbacher IV intuì, o meglio percepì l’importanza che il mondo della moda andava sempre più assumendo. Per questo ne adottò i criteri, creando dei veri e propri atélier separati per le varie tipologie di tessuto: stampati, colorati, ricamati. Da quel momento i contatti con gli stilisti più importanti dell’epoca come Dior, Givenchy e Lacroix, per citarne alcuni, hanno impiegato le creazioni tessili di Christian Fischbacher. Nel 1985, lo ricordo perfettamente perché ero già in azienda, Gianni Versace ha ideato una collezione che ha ottenuto un enorme successo. È in ogni caso importante sottolineare che il nucleo progettuale è da sempre all’interno della nostra azienda, oggi diretto da Camilla Fischbacher.
Nel 2021 avete inaugurato il vostro showroom nel distretto di Brera, quanto conta per voi essere presenti all’interno di un contesto storico come questo?
Quando abbiamo avvertito l’esigenza di avere uno show room a Milano non ci sono state esitazioni nell’indirizzare le nostre ricerche in zona Brera. Siamo convinti che sia un punto strategico della città, per la sua ricchezza artistica, per la sua capacità di attrarre attività sempre innovative, per la sua vivacità e posizione geografica, facile e comoda da raggiungere. Dopo il prestigioso spazio di via Sacchi, siamo approdati l’anno scorso in via del Carmine, dove il nostro desiderio di ricercare e creare bellezza è ancora più appagata.

Paolo Rigamonti, 58 anni, milanese, entra in Christian Fischbacher Italia nel 1985, in qualità di agente di vendita. In sei anni sviluppa con successo la sua attività sino ad assumere, nel 1991, la Direzione Commerciale dell’azienda. Mantiene questo ruolo sino al 2016, anno in cui raggiunge la carica di Direttore Generale, tuttora ricoperta.