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BRERA MAG – People&Stories9 Giugno 202130 Giugno 2021

Francesca Muzio: “Il progetto è sempre il frutto di una contaminazione culturale”

Francesca Muzio: “Il progetto è sempre il frutto di una contaminazione culturale”

FM Architettura è uno studio specializzato nella progettazione di interni residenziali e del mondo nautico di stanza ad Ancona, attivo dal 2010. Abbiamo incontrato Francesca Muzio, architetto e fondatrice dello studio che tra le altre cose ha da poco inaugurato FM Milano Home, un elegante spazio meneghino affacciato su Brera dove si respira l’atmosfera dei salotti italiani.

Inaugurate un nuovo spazio nel cuore di Brera, quali i motivi della scelta del distretto e come avete concepito lo spazio?

Brera è il cuore pulsante del design milanese, avendo consolidato negli ultimi anni la sua vocazione di polo attrattivo delle eccellenze italiane ed Internazionali. Di Milano continua a colpirmi la leggerezza e l’eleganza, vissute nella quotidianità. In particolare ho sempre trovato affascinante la sperimentazione che nei decenni passati è stata fatta negli androni dei suoi palazzi con colori, pattern e atmosfere sognanti. Di Brera mi attraggono proprio l’atmosfera positiva e il fermento creativo che si respira ad ogni angolo. Per questo abbiamo pensato all’idea di costruire qui un nostro salotto dove incontrare amici e clienti ma soprattutto dove fare ricerca creativa. Nella nostra base milanese abbiamo voluto creare un’atmosfera domestica per far sentire gli ospiti a proprio agio. Questa è una cosa che accomuna tutti i nostri progetti: luoghi dove ognuno possa sentirsi a casa e “togliersi le scarpe” per essere davvero se stesso.

Avete un’esperienza internazionale e realizzate progetti in tutto il mondo, dal vostro punto di vista privilegiato che ruolo ricopre oggi Milano e quale immaginate possa avere la città tra dieci anni? 

Milano è sempre stata una grande fabbrica creativa dove tutto (o quasi) è progetto. Questa fitta interazione tra diverse discipline, dall’arredamento alla moda, dall’arte alla cucina, accomunate dal famoso pragmatismo milanese, ha costruito uno stile unico ed invidiato in tutto il mondo. Viaggiando in giro per il mondo, per via del nostro lavoro, visitiamo spesso festival o distretti del design ispirati a Milano. Ma la vera magia del milanese sta nell’interazione e nella concentrazione delle eccellenze di ogni disciplina, dove evoluzione e ricerca sono pane quotidiano. Sono convinta che si possa mettere a sistema il modello milanese per coinvolgere le preziosissime risorse creative e manifatturiere italiane partendo dalle esigenze concrete delle nuove generazioni e del momento storico. Nel lungo termine questa strategia favorirebbe senza dubbio la rigenerazione del tessuto sociale ed economico.

Il mondo della nautica è presente nell’ambito del vostro studio. Quali sono i valori e principi che cercate di trasmettere nei vostri progetti?

La mia passione per la progettazione navale è senza dubbio erede di quella per il mare. Essendo nata in un piccolo paese della Liguria vicino a Portofino, quando sono in mare mi sento a casa. Nei nostri progetti di barche cerco sempre di creare un dialogo tra design e mare. Ne sono un esempio la fluidità degli spazi o la scelta di materiali che possano vestire sia spazi all’ombra che all’esterno. Un altro concetto fondamentale nella progettazione di uno yacht è il senso del viaggio e non a caso, per il suo sviluppo poppa-prora, è l’abitazione che più di tutte da forma al nostro desiderio di escapismo. Credo che il senso di libertà che si ha in mare sia unico ed è spesso con questa frase che iniziano i briefing dei nostri clienti. Ci siamo ispirati proprio a questo concetto disegnando “Freedom” per i cantieri Olandesi Feadship. Si tratta di uno Yacht di 65mt che indaga l’interazione tra interni e natura. La Garden Suite al suo interno si basa su un patio-giardino che connette due cabine mentre l’area spa si apre completamente sul mare, permettendo di respirarlo durante sessioni di yoga o esercizi all’aperto. Questi concetti sono sicuramente nuovi nel mondo della nautica ed esprimono a pieno i nostri principi di progettazione.

Quali sono i punti di contatto tra la progettazione di un interno di un edificio architettonico e quello di uno yacht? 

La nostra più grande ispirazione è il Cliente, il suo modo di vivere, la cultura del paese nel quale si trova. E’ ascoltando la sua storia che nasce il progetto, per questo il nostro motto è “I am my home”. Il progetto è sempre frutto di una contaminazione culturale che, come ricorda la sua derivazione latina “pro-jectum”, “getta in avanti” le basi di una visione comune, sia sui modi di abitare che sulla visione del mondo. Che si parli di uno yacht o di una residenza, l’approccio alla progettazione parte sempre da questo dialogo costruttivo con la committenza.

In che modo è cambiato il mondo del progetto d’interni applicato alla nautica negli ultimi dieci anni?

Fino allo scorso decennio, il mondo della progettazione nautica è sempre stato conservativo. Con la crisi del 2009 molti cantieri, in particolare le linee seriali e semi-custom, sono stati costretti a ripensare le loro proposte per una committenza sempre più esigente sia sull’estetica che sulla struttura, enfatizzando l’interazione con il mare ed un’atmosfera da vera icona vacanziera. In quegli anni al CRN, con il Gruppo Ferretti, siamo stati in prima linea a rivoluzionare i Beach club inserendovi spa e palestre con accesso diretto al mare, al posto delle tradizionali aree tecniche per i tender. Come se non bastasse, negli ultimi anni stiamo assistendo a richieste di yacht sempre più grandi e features derivanti dal mondo delle residenze o dell’hotellerie. Questo ci ha portato ad una ricerca sui layout e sullo stile molto affascinante ed innovativa. Sono convinta che la prossima sfida negli yacht sia la sostenibilità. Stiamo già applicando il concetto di bio-ebanisteria ad un primo progetto di nave, usando colle vegane, cere e trattamenti sostenibili. La loro resistenza e durabilità sono paragonabili spesso ai loro corrispettivi chimici.

Innovazione e lusso: come si intrecciano queste due dimensioni nei vostri lavori?

Nel corso della storia, gli elementi che definiscono il lusso sono rimasti per molto tempo invariati: eccellente manifattura, forte identità stilistica e servizio impeccabile. Oggi il lusso è prima di tutto unicità dell’esperienza e valori identitari. Ad FM abbiamo trovato la nostra unicità negli artigiani con cui collaboriamo da ormai più di 10 anni, basati nella regione Marche, dove si trovano i nostri Headquarters. Negli anni abbiamo coinvolto circa 300 piccole e medie attività artigianali. Cerchiamo sempre nuovi modi per mettere a sistema questo preziosissimo network, coinvolgendo i giovani, modernizzandoci continuamente ma mantenendo sempre viva l’identità FM. Penso che il futuro parli “glo-cal”, globale e locale, che valorizza il tessuto e le competenze locali, senza perdere di vista la spinta che viene dal resto del mondo.

Come immaginate lo yacht del futuro? E che caratteristiche dovrà avere?

Credo che la progettazione dello Yacht debba ridare valore al mare partendo da un approccio sostenibile e che debba essere espressione estetica e di vita della Committenza. Immagino spazi con diverse funzioni durante l’arco della giornata, una tecnologia che non sia protagonista ma a servizio dell’uomo ed uno stile identitario che lasci spazio a pezzi vintage, passioni, memorie ed eccentricità.

Un progetto in cantiere a cui state lavorando attualmente.

Ogni progetto, anche il più piccolo, è un’occasione importante per fare ricerca e sperimentare ma tengo a citarne due che quest’anno mi hanno insegnato molto: uno yacht di 60mt e due torre residenziali di 55 piani a Manila.

Il primo progetto inizia dal dialogo con l’Armatore e dal desiderio della sua famiglia di esplorare nuovi mondi e fare esperienze in mare. Abbiamo progettato la Sua barca pensando alla scoperta, sia per mare che negli interni stessi. È un progetto dove abbiamo lasciato di proposito dei “vuoti” da riempire con oggetti e memorie dei viaggi. Il secondo progetto nasce invece da un rapporto di vecchia data e stima reciproca con la Committenza, con la quale abbiamo in costruzione altri importanti sviluppi residenziali. Questo fantastico sodalizio lavorativo ci ha permesso di esplorare nuovi modi di abitare che oggi, a seguito della pandemia, risultano ancora più attuali. Siamo partiti da layout dinamici che portano nuova vitalità allo spazio domestico con spazi all’aperto e angoli per le attività ormai fondanti della nostra quotidianità casalinga: dallo smart working all’esercizio fisico, fino alle coltivazioni domestiche delle erbe da cucina.

Foto di Mariachiara Casale

Francesca Muzio —  Architetto e fondatore di FM Architettura

Nata a Genova nel 1971, Francesca Muzio è un architetto e imprenditrice italiana. Tra le sue prima collaborazioni spiccano Renzo Piano, Giacomo Mortola (GEM) e ‘5+1 Architetti Associati’. La sua passione per il design dei Superyacht e un acuto intuito commerciale le hanno permesso di diventare Direttore Creativo presso il marchio CRN e Custom Line del Gruppo Ferretti, dove ha realizzato la progettazione e la costruzione di 112 Super e Mega yacht. Nel 2010 ha fondato FM Architettura. Oggi, con un MBA in marketing e oltre 20 anni di esperienza nell’interior design, Francesca è attiva a livello internazionale non solo nel settore dei Superyacht ma anche in quello residenziale e dell’ospitalità di fascia alta, dove collabora con i maggiori cantieri e brand.

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